L'Azione Cattolica (A.C.) è presente in diversi decanati di Milan e svolge attività di formazione e supporto alla pastorale nel segno della corresponsabilità. L'A.C. tuttavia conserva anche la sua anima laica e nell'ambito del territorio dove è presente promuove azioni volte alla diffusione della convivenza civile, allo sviluppo di progetti locali aventi come attività quelle volte alla promozione dell'uomo colto nelle sue diverse situazioni di vita e lavoro, all'educazione della partecipazione politica, ecc. Aderire all'Azione Cattolica significa quindi entrare a far parte di un'Associazione Laica che nell'ambito della Chiesa e del territorio desidera realizzare il bene comune, la convivenza tra culture e popolazioni diverse, nel rispetto dei valori portanti della Costituzione italiana e in quei valori della fede capaci di dare senso e finalità alla vita.
Le 10 domande sull'Azione Cattolica
1. COS'E' L'AZIONE CATTOLICA (A. C.)?
L'Azione Cattolica è un'associazione di laici cristiani che si occupa di formazione e di servizio alla chiesa locale. 2. COSA OFFRE AI SUOI ADERENTI ? Formazione per la crescita spirituale, personale/umana e teologico/pastorale. 3. COME PARTECIPARE ALL'A. C.? Si può iniziare a conoscere l'A. C. partecipando liberamente agli incontri di formazione organizzati dai gruppi nel territorio (parrocchie, decanati,...) e dal Centro Diocesano di Milano. 4. AGLI INCONTRI POSSONO PARTECIPARE ANCHE I NON SOCI ? SI. Gli incontri organizzati dall'A. C. sono rivolti a tutti, specialmente a coloro che animano le comunità cristiane e che sono impegnati nella scuola, nella società civile e in politica. 5. HO DEI BENEFICI SE DIVENTO SOCIO ? Con l'A. C. si vive la vocazione laicale in maniera piena perché valorizza i talenti individuali, l'amicizia, la fraternità e la crescita personale nel contesto di una società globale 4.0. |
6. POSSO DIVENTARE SOCIO E POI RINUNCIARE ?
Lo Statuto dell'Associazione garantisce la partecipazione libera e democratica di ogni persona. Si diventa soci dell'A. C. versando una quota associativa (si può così votare nelle assemblee e assumere cariche sociali). Senza versamento della quota non si è parte dell'A. C., in senso formale, ma si può sempre partecipare alla formazione e incontri. 7. COSA CHIEDE L'A. C. AI SUOI SOCI ? L'A. C. stimola i suoi soci a vivere responsabilmente la propria fede (regola di vita) e a impegnarsi attivamente nella Chiesa e nella Società, in linea con le linee associative e con i bisogni e le necessità degli uomini e delle donne del nostro tempo. 8. SI PUÒ' SOSTENERE L'A. C. SENZA ESSERE ISCRITTI? Certamente tramite donazioni occasionali o ricorrenti. 9. PER AVERE INFORMAZIONI CHI POSSO CONTATTARE? Puoi scrivere alla segreteria dell'Associazione e sarai contattato. E mail: segreteria@azionecattolicamilano.it 10. COME POSSO TENERMI AGGIORNATO? Consulta il sito www.azionecattolicamilano.it |

10_domande_ac.pdf |
Il mandato dell'Arvicescovo
"Il mio primo mandato è che gli uomini e le donne di Azione Cattolica – anziani e giovani, soci storici e nuovi aderenti -, siano persone di preghiera. Chiedo una regola di vita vissuta con un tempo adeguato di ascolto della parola del Signore, di adorazione silenziosa, di pratica fedele dei ritmi di preghiera liturgica e personale. Un messaggio deve venire dall’Azione Cattolica: è normale pregare. Che lo si veda, che lo si senta dire, che lo si pratichi con quella dedizione di tempo che la condizione della vita laicale rende possibile. Il segno che chiedo è di fissare un tempo di preghiera e di viverlo, se possibile, in chiesa. Siete autorizzati a entrare in chiesa, non avete bisogno di convocazione, né del permesso di nessuno: non per farvi vedere ma perché si sappia che la gente di Ac è gente che prega." Mons. Mario Delpini, 20 Settembre 2020, il mandato per l'Azione Cattolica dopo le elezioni della XVII assemblea
|
|
Spunti di riflessione post-covid per i soci di Milano Città
Il frutto del Vaticano II maturò grazie a uomini e donne di fede che si interrogarono su come trovare nuove forme di dialogo con l'uomo moderno. Oggi e domani la sfida è analoga: la pastorale dovrà interrogarsi, molto più crudamente di quanto fatto finora, sul linguaggio della Chiesa, sul rapporto tra preti e laici, sulla fecondità di un maggior riconoscimento del genio femminile, sulla sostanza della liturgia e della fede, sugli effetti, graditi o sgraditi, del continuo ricorso ai social (Giorgio Vecchio in "Dall'Io al Noi, il mondo che sogniamo dopo lo shock del Covid-19. A cura di G. Borsa e L- Diliberto, In Dialogo, ITL srl, Milano 2020", pag. 36).
La parrocchia non è più il centro civile di niente, ma può diventare virtualmente la periferia vitale di tutto. La sovrapposizione tra la pratica cristiana e la pratica parrocchiale è attualmente troppo stretta per farci stare tutti i battezzati, tutti i credenti, tutto il popolo di Dio. Ed è troppo autoreferenziale per aprire un varco al pensiero di una destinazione della vita che accomuna tutti. L'amore del prossimo-chiunque, prima di essere il comandamento supremo dei rapporti umani, è la rivelazione evangelica di ciò che significa "Dio", quando lo si incontra in Gesù. Prima di ogni altra cosa, è a queste due rimozioni - il popolo di Dio è più grande di quello che frequenta la parrocchia, partecipa alle funzioni, si impegna nella missione (Ecclesiam suam); la destinazione evangelica dell'amore di Dio è orizzonte di senso accessibile per chiunque, non solo per i custodi del linguaggio ecclesiastico in cui è nominata (Evangelii gaudium) - che occorrerà mettere mano, sfidando il famoso "si è sempre fatto così" di cui parla papa Francesco (EG,33). P. Sequeri, Lo sguardo oltre la mascherina, Vita e Pensiero, Milano, 2020.
Il dibattito sul futuro delle parrocchie
- Parrocchia: le radici di una crisi (irreversibile?) di GABRIELE COSSOVICH su Vino Nuovo (30 novembre 2020)
- Cantiere parrocchia: cosa emerge dal dibattito di SERGIO DI BENEDETTO (24 Novembre 2020)
- Le crisi della parrocchia di SERGIO DI BENEDETTO. (Sette ragioni della crisi: Crisi di fede; crisi di persone, quantitativamente i fedeli diminuiscono; crisi di pensiero; crisi di strutture; crisi di comunicazione; crisi di credibilità, dovuta a scandali, ipocrisie, ruberie, cattiva gestione; crisi di identità). (10 novembre 2020)